di Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista registrato presso il Registro per la Trasparenza dell’Unione Europea – ID 280782895721-36
Il 22 giugno 2025 il quotidiano Il Tempo ha pubblicato un articolo dal titolo: “Omar Mamdouh, l’imam su TikTok: ‘L’Islam arriverà in tutte le case’”.
Il pezzo descrive la figura di Omar Mamdouh, noto influencer religioso attivo sui social con il nome “Il vero Islam”, recentemente nominato imam della moschea IQRAA di Bologna. Si tratta di un episodio che va ben oltre il folklore religioso e che impone una riflessione seria sullo stato dell’integrazione in Italia.
📎 Fonte: Il Tempo, 22/06/2025
https://www.iltempo.it/attualita/2025/06/22/news/omar-mamdouh-il-vero-islam-tiktok-imam-maranza-fatwa-religione-moschea-bologna-43092568/
“L’Islam arriverà in tutte le case”: una predicazione incompatibile con la convivenza
Dalle dichiarazioni riportate nell’articolo emergono affermazioni sconcertanti: Mamdouh invita i musulmani a non celebrare il Natale, definito “una bestemmia”, auspica una separazione netta tra uomini e donne, rigetta apertamente il femminismo e afferma che “l’Islam arriverà in tutte le case”.
Si tratta di enunciati che non possono essere ridotti a semplici opinioni religiose. Veicolati in modo sistematico e autorevole – ora anche attraverso una posizione di guida spirituale all’interno di una moschea – questi contenuti potrebbero assumere rilevanza penale, soprattutto se letti alla luce degli articoli 604-bis e 604-ter c.p., che puniscono l’istigazione all’odio e alla discriminazione per motivi religiosi.
Anche qualora non integrassero pienamente una fattispecie delittuosa, resta il fatto che sono profondamente incompatibili con i principi fondamentali della Costituzione italiana, tra cui la parità di genere, la libertà religiosa, la laicità dello Stato, la dignità della persona.
Dalla cittadinanza alla disgregazione: quando lo Stato rinuncia a integrare
Il caso della moschea IQRAA di Bologna dimostra quanto sia fragile l’attuale modello di “integrazione italiana”: si fonda spesso su un’idea puramente documentale, in cui si acquisisce un titolo giuridico – permesso di soggiorno o cittadinanza – senza alcuna verifica sostanziale della condivisione dei valori comuni.
Ma il problema non riguarda solo i “nuovi cittadini”: riguarda tutti gli stranieri presenti sul territorio nazionale, anche regolarmente soggiornanti, che non abbiano mai intrapreso un percorso di integrazione effettiva.
E mentre la Repubblica abdica al proprio compito educativo, nascono figure che – dall’interno delle nostre istituzioni religiose – diffondono visioni parallele, etnicamente chiuse, contrarie al patto costituzionale.
Il paradigma necessario: Integrazione o ReImmigrazione
Per questo, su reimmigrazione.com da tempo proponiamo una riforma radicale: Integrazione o ReImmigrazione.
Chi vuole risiedere stabilmente in Italia, cittadino o straniero che sia, deve dimostrare concretamente:
- Inserimento lavorativo legale e continuativo
- Adeguata conoscenza linguistica e culturale
- Adesione sostanziale ai principi costituzionali
Non si tratta di discriminare, ma di ristabilire la reciprocità dei doveri, condizione imprescindibile per la convivenza in una società democratica.
Cosa deve fare lo Stato
Il caso Mamdouh impone scelte chiare. Tra le misure necessarie:
- Introduzione di contratti di integrazione vincolanti, anche per i rappresentanti religiosi;
- Controlli sui contenuti diffusi nei luoghi di culto, soprattutto quando entrano in contrasto con l’ordinamento;
- Trasparenza obbligatoria dei finanziamenti esteri alle strutture religiose;
- Previsioni di revoca della cittadinanza o del permesso di soggiorno in caso di gravi violazioni dell’ordine costituzionale.
Conclusione: la convivenza non è automatica
L’imam di TikTok rappresenta una sfida concreta alla coesione nazionale. Non perché professa una fede diversa, ma perché la interpreta in senso assolutista, ideologico, separativo.
L’Italia ha il dovere di garantire la libertà religiosa, ma anche quello – non meno importante – di impedire che tale libertà venga usata per minare le basi della Repubblica.
Se l’integrazione viene ignorata, resta una sola via per tutelare la comunità: la reimmigrazione volontaria o assistita di chi rifiuta di condividere i valori comuni.
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