Integrazione o Reimmigrazione: Un Paradigma che Può Convincere Anche l’Estrema Destra

Negli ultimi tempi, il dibattito pubblico sulla gestione dell’immigrazione si è intensificato, con diverse correnti di pensiero che propongono soluzioni diametralmente opposte.

Una di queste, come riportato in un recente articolo di Internazionale (“Così l’estrema destra tedesca vuole cacciare milioni di persone dal paese”, pubblicato il 31 gennaio 2024 – disponibile al link: Internazionale), riguarda la cosiddetta “remigrazione”, un concetto promosso dall’estrema destra tedesca che punta all’espulsione indiscriminata di milioni di persone, indipendentemente dal loro status giuridico o dal loro livello di integrazione nella società.

Il paradigma che propongo, “Integrazione o Reimmigrazione”, è completamente diverso e non ha nulla a che vedere con le posizioni estremiste riportate nell’articolo di Internazionale. Questo modello non si basa su un’idea di espulsione di massa o di esclusione su basi etniche o razziali, ma su un principio razionale e giuridicamente fondato: chi si integra ha diritto di restare, chi non lo fa deve tornare nel proprio paese d’origine.

Tuttavia, non si deve escludere il dialogo anche con l’estrema destra, al fine di convincerla della bontà di questa proposta.

Il nuovo paradigma che si propone può rappresentare un punto di incontro tra chi chiede maggiore controllo sull’immigrazione e chi crede in un modello di integrazione sostenibile e giusto.

Cosa si intende per “Integrazione o Reimmigrazione”?

Il principio di Integrazione o Reimmigrazione si basa su tre pilastri fondamentali:

  1. Lavoro – Lo straniero deve inserirsi nel tessuto economico e contribuire alla società con la propria attività lavorativa, senza dipendere dall’assistenza pubblica.
  2. Lingua – È essenziale conoscere la lingua del paese ospitante per poter partecipare alla vita sociale, lavorativa e culturale.
  3. Rispetto delle regole – L’integrazione presuppone il rispetto delle leggi, della cultura e dei principi fondamentali del paese che accoglie.

Chi si impegna a seguire questo percorso ha diritto a restare e a diventare parte integrante della comunità nazionale. Al contrario, chi rifiuta di integrarsi, chi viola le leggi o non dimostra alcun interesse a partecipare alla vita della società ospitante, deve essere aiutato a ritornare nel proprio paese d’origine attraverso un processo regolato e rispettoso dei diritti umani.

Perché “Integrazione o Reimmigrazione” è diverso dalla “Remigrazione” dell’Estrema Destra?

L’idea di Reimmigrazione che propongo è totalmente opposta alla “remigrazione” promossa da certi ambienti dell’estrema destra, e ci sono tre ragioni fondamentali per cui non devono essere confuse:

1. Nessuna espulsione arbitraria

Il concetto di remigrazione dell’estrema destra tedesca, così come descritto nell’articolo di Internazionale (Internazionale, 31 gennaio 2024), prevede l’espulsione di persone indipendentemente dal loro status giuridico, dal livello di integrazione o dalla loro cittadinanza. Al contrario, Integrazione o Reimmigrazione si basa su criteri oggettivi e giuridicamente fondati: il diritto a restare dipende dalla volontà e dalla capacità di integrarsi, non da un’appartenenza etnica o religiosa.

2. Rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani

La proposta dell’estrema destra tedesca contraddice le convenzioni internazionali sui diritti umani, minacciando di espellere persone che hanno diritto alla protezione o che sono cittadini del paese ospitante. Integrazione o Reimmigrazione, invece, si muove nel pieno rispetto delle normative nazionali e internazionali, garantendo che ogni decisione sia presa sulla base del diritto e non di ideologie estremiste.

3. Un modello basato sulla responsabilità, non sull’odio

L’estrema destra propone la remigrazione come un atto punitivo e discriminatorio, spesso strumentalizzato per generare divisione sociale. Integrazione o Reimmigrazione, al contrario, è un principio di responsabilità reciproca:

  • Il paese ospitante offre opportunità di integrazione, strumenti e percorsi chiari.
  • Lo straniero deve dimostrare impegno nel rispettare queste condizioni.
  • Se la persona non si integra o rifiuta volontariamente questo percorso, il ritorno nel paese d’origine è una conseguenza logica e giusta, non una punizione arbitraria.

Perché parlare con l’estrema destra?

Il nuovo paradigma che si propone può essere un punto di mediazione tra chi chiede maggiore controllo dell’immigrazione e chi sostiene un’integrazione ben regolata. Parlare con tutte le forze politiche, inclusa l’estrema destra, può essere utile per spostare il dibattito da posizioni estreme e irrealizzabili verso un modello più equilibrato e giuridicamente sostenibile.

Conclusione

Il dibattito sull’immigrazione deve essere affrontato in maniera razionale, concreta e rispettosa dei diritti fondamentali.

L’idea di Integrazione o Reimmigrazione non ha nulla a che vedere con le posizioni estremiste che parlano di “remigrazione” come di un’espulsione indiscriminata e di massa.

Tuttavia, per costruire un consenso più ampio attorno a un modello di immigrazione giusto ed equilibrato, è necessario dialogare con tutte le parti politiche, inclusa l’estrema destra, per convincerle che il paradigma che proponiamo è più efficace, più realistico e più giusto rispetto alle soluzioni drastiche e inattuabili che vengono spesso avanzate.

Il confronto non deve mai essere evitato, perché solo attraverso il dialogo è possibile portare avanti riforme serie e applicabili, garantendo integrazione per chi si impegna e reimmigrazione per chi rifiuta di far parte della comunità nazionale.


Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista in materia di Migrazione e Asilo registrato presso il Registro per la Trasparenza dell’Unione Europea – ID: 280782895721-36

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