di Avv. Fabio Loscerbo – Avvocato e Lobbista
Negli ultimi anni, il termine remigrazione è stato rilanciato da alcune formazioni identitarie e nazionaliste – come CasaPound – come soluzione assoluta a tutte le criticità legate all’immigrazione. Secondo queste posizioni estreme, dovrebbero essere rimpatriati persino gli stranieri nati in Italia, indipendentemente dal loro comportamento o dal grado di integrazione.
Una simile visione, oltre a risultare giuridicamente inapplicabile e socialmente divisiva, è futile e inefficace. Non distingue, non valuta, non costruisce. Semplicemente espelle, simbolicamente e fisicamente.
La Remigrazione fine a sé stessa è un vicolo cieco
Espellere chi è nato in Italia – magari perfettamente integrato – solo in base all’origine etnica dei genitori, non ha alcuna possibilità di trovare applicazione concreta in un sistema costituzionale e internazionale fondato sui diritti umani. È una proposta ideologica che alimenta il conflitto ma non fornisce soluzioni concrete. È retorica travestita da politica.
La ReImmigrazione è una proposta politica concreta e fondata
Il concetto di ReImmigrazione, che ho introdotto in ambito giuridico e culturale, si distingue radicalmente dalla remigrazione ideologica.
Non nasce da un rigetto etnico, ma da un criterio etico e funzionale:
solo chi si integra pienamente ha il diritto di restare in Italia; chi non si integra o manifesta incompatibilità con i valori e le regole della nostra società, deve essere accompagnato nel Paese d’origine.
Un’idea fondata sul pensiero di Giuseppe Mazzini
La ReImmigrazione, così come da me proposta, trova il suo fondamento ideale nel pensiero di Giuseppe Mazzini, padre dell’Italia moderna e promotore dell’idea che la cittadinanza comporta doveri prima ancora che diritti.
Mazzini concepiva la Nazione come una comunità etica, unita da un patto di valori e responsabilità reciproche. Chi entra a far parte di una comunità nazionale deve abbracciarne il linguaggio, le leggi, il lavoro come impegno collettivo.
In questo senso, il paradigma “Integrazione o ReImmigrazione” non è un’esclusione arbitraria, ma l’applicazione coerente di un principio fondativo: la comunità nazionale non è un territorio neutro, ma un corpo vivo che accoglie chi partecipa e si difende da chi rifiuta di farlo.
Perché la ReImmigrazione funziona (mentre la Remigrazione fallisce)
🔹 Giuridicamente praticabile: la ReImmigrazione si basa su criteri oggettivi e non discriminatori, quindi compatibili con la Costituzione e con il diritto europeo.
🔹 Socialmente accettabile: espellere chi rifiuta di integrarsi è condivisibile anche dall’opinione pubblica più moderata.
🔹 Politicamente sostenibile: evita derive razziste e propone una visione civica del patto di convivenza.
Chi continua a invocare “remigrazioni totali” propone soluzioni estreme, inapplicabili e controproducenti.
Chi propone invece la ReImmigrazione disegna un nuovo patto sociale fondato sul rispetto, sul contributo e sull’identità condivisa.
Non si tratta di escludere per pregiudizio, ma di proteggere la coesione della comunità attraverso una regola semplice: o ti integri, o torni.
📌 Pubblicato su www.reimmigrazione.com
Avv. Fabio Loscerbo
Avvocato e Lobbista iscritto al Registro per la Trasparenza dell’Unione Europea – ID: 280782895721-36
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