ReImmigrazione: Per Realizzarla, Attuare il Sistema della Procedura Complementare

    Avv. Fabio Loscerbo – Lobbista in materia di Migrazione e Asilo registrato presso il Registro per la Trasparenza dell’Unione Europea – ID: 280782895721-36

    Nel contesto attuale, l’integrazione degli stranieri e la gestione dei flussi migratori rappresentano sfide complesse per molti Paesi, inclusa l’Italia.

    Una proposta innovativa per affrontare queste tematiche consiste nell’adottare il principio della “ReImmigrazione”, che prevede l’applicazione generalizzata della procedura di protezione complementare come standard per tutti gli ingressi nel territorio nazionale.

    La Protezione Complementare e il Permesso di Soggiorno per Protezione Speciale

    La protezione complementare si differenzia dalla protezione internazionale, che comprende lo status di rifugiato e la protezione sussidiaria, in quanto non è basata su persecuzioni o rischi di danni gravi nel paese d’origine, bensì sull’applicazione dell’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).

    Questo articolo tutela il diritto alla vita privata e familiare, riconoscendo il diritto al soggiorno a quegli stranieri che abbiano avviato un solido percorso di integrazione in Italia.

    La protezione complementare, dunque, si traduce nel rilascio di un permesso di soggiorno per protezione speciale, subordinato alla verifica dell’integrazione effettiva dello straniero.

    Applicando questa procedura a tutti gli ingressi, si instaurerebbe un meccanismo in cui ogni cittadino straniero è tenuto a consegnare il proprio passaporto alla Questura al momento dell’arrivo. Il documento verrebbe custodito fino al termine dell’iter procedurale, garantendo un controllo efficace sul rispetto degli impegni di integrazione.

    Monitoraggio dell’Integrazione e Possibili Sanzioni

    Durante il periodo di valutazione, il percorso di integrazione del richiedente sarebbe monitorato attentamente.

    Criteri oggettivi, come la partecipazione a programmi di formazione, l’apprendimento della lingua italiana e l’inserimento nel mondo del lavoro, costituirebbero la base per la valutazione. Un esito negativo potrebbe comportare l’espulsione immediata, facilitata dalla custodia del passaporto presso la Questura.

    Ruolo delle Commissioni e dei Tribunali

    Attualmente, la procedura di protezione complementare prevede un primo esame da parte di una commissione territoriale, il cui parere è decisivo.

    Nella nuova prospettiva, tale commissione avrebbe un ruolo meramente consulenziale, mentre la decisione finale spetterebbe al giudice. I tempi per l’udienza variano: ad esempio, il Tribunale di Bologna fissa l’udienza dopo circa 2 anni, quello di Venezia dopo circa 4, mentre i tribunali di Genova e Milano possono avere tempi leggermente più lunghi.

    Criticità dell’Attuale Sistema di Ingressi per Motivi di Lavoro

    L’attuale sistema prevede l’ingresso per motivi di lavoro subordinato e stagionale attraverso il Decreto Flussi. Per il 2025, sono stati autorizzati complessivamente 151.000 ingressi per lavoratori non comunitari. Di queste, 61.250 sono destinate al lavoro subordinato non stagionale e 71.000 al lavoro stagionale. (Fonte: Ministero dell’Interno)

    Questi 151.000 cittadini stranieri avranno accesso al territorio italiano senza che su di essi gravi alcun obbligo di integrazione. Il sistema attuale non prevede regole o condizioni che vincolino la conversione del permesso di soggiorno all’integrazione effettiva dello straniero. Ad esempio, per il permesso di lavoro stagionale, l’unico requisito per la conversione in un permesso per lavoro subordinato è lo svolgimento di almeno 39 giornate di lavoro.

    Per tale motivo, in un mio precedente articolo ho suggerito di superare la visione economicista dell’immigrazione, proponendo un nuovo paradigma basato sull’integrazione o sulla ReImmigrazione. (Leggi qui)

    Vantaggi della Proposta di ReImmigrazione

    L’adozione della procedura di protezione complementare come standard per tutti gli ingressi potrebbe offrire diversi vantaggi:

    • Controllo Maggiore: La custodia del passaporto presso la Questura garantirebbe un monitoraggio efficace del percorso di integrazione.
    • Sanzioni Immediate: In caso di violazione degli impegni, l’espulsione potrebbe essere eseguita rapidamente grazie alla disponibilità del documento di viaggio.
    • Valutazione Oggettiva: La decisione finale affidata al giudice, basata su criteri oggettivi, assicurerebbe equità e trasparenza nel processo.

    In conclusione, l’implementazione del principio di ReImmigrazione, attraverso l’estensione della procedura di protezione complementare a tutti gli ingressi, rappresenta una strategia innovativa per garantire un’integrazione efficace e una gestione più efficiente dei flussi migratori in Italia.


    Fonti e riferimenti:

    1. Decreto Flussi 2024 – Ministero dell’Interno: https://www.interno.gov.it/it/notizie/decreto-flussi-2024-precompilazione-domande
    2. Articolo 8 CEDU – Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo: https://www.echr.coe.int/Documents/Convention_ENG.pdf
    3. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Decreto Flussi: https://www.lavoro.gov.it/notizie/pagine/flussi-2025-distribuite-le-prime-quote-per-lavoro-subordinato-stagionale-e-non

      Commenti

      Una replica a “ReImmigrazione: Per Realizzarla, Attuare il Sistema della Procedura Complementare”

      1. Avatar Integrazione o ReImmigrazione: una soluzione equilibrata senza pregiudizi ideologici – Integrazione o ReImmigrazione

        […] mio articolo “ReImmigrazione: per realizzarla, attuare il sistema della procedura complementare“, ho analizzato come il principio di ReImmigrazione possa essere implementato attraverso […]

        "Mi piace"

      Scrivi una risposta a Integrazione o ReImmigrazione: una soluzione equilibrata senza pregiudizi ideologici – Integrazione o ReImmigrazione Cancella risposta