Serve agire ora sulle seconde generazioni per evitare emergenze future
Il recente fermo eseguito dalla Digos di Bologna nei confronti di un 18enne di origine maghrebina, nato e cresciuto in Italia, indagato per associazione con finalità di terrorismo, non è un episodio isolato.
È il sintomo di un problema più profondo: la mancata integrazione delle seconde generazioni.
Secondo quanto riportato dalla Polizia di Stato, il giovane avrebbe intrapreso un percorso di radicalizzazione online, raccogliendo materiale di propaganda jihadista e svolgendo attività di autoaddestramento operativo.
Un processo che, nel silenzio delle istituzioni e della società, trasforma un ragazzo cresciuto nelle nostre città in un potenziale nemico interno.
Già in precedenti articoli avevo segnalato i segnali di allarme che emergono con crescente frequenza tra i giovani di seconda generazione:
- “Seconde generazioni e nuove radicalità: le avvisaglie di un problema che chiede un nuovo paradigma”
- “Integrazione mancata: il vero nodo delle seconde generazioni”
Il paradigma “Integrazione o ReImmigrazione” nasce proprio da questa urgenza: intervenire oggi per evitare che tra venti o trent’anni casi come questo diventino una realtà diffusa.
Non si tratta di repressione, ma di prevenzione sociale e culturale.
Un sistema che non riesce a trasmettere senso di appartenenza, rispetto delle regole e identità nazionale a chi nasce o cresce nel suo territorio, finisce per alimentare il rischio di devianze e radicalità.
Il caso di Bologna deve quindi spingerci a una riflessione collettiva: non basta parlare di “integrazione”, bisogna misurarla, pretenderla e sostenerla.
Chi rifiuta i valori fondamentali della convivenza civile non può rimanere ai margini in eterno, trasformandosi in un problema di sicurezza nazionale.
È qui che si inserisce la logica della ReImmigrazione: un ritorno ordinato e regolato per chi non si integra, a tutela di tutti coloro che invece desiderano costruire il proprio futuro in Italia nel rispetto delle sue regole.
Oggi abbiamo ancora il tempo di intervenire. Domani potrebbe essere troppo tardi.
Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista registrato presso il Registro per la Trasparenza dell’Unione Europea – ID 280782895721-36
www.reimmigrazione.com

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