“Integrazione o Reimmigrazione”: Una Priorità Strategica per l’Unione Europea

Negli ultimi anni, il tema dell’immigrazione è diventato una delle questioni più urgenti e divisive all’interno dell’Unione Europea. Nonostante i numerosi vertici, le nuove misure discusse di recente e le diverse politiche adottate dai singoli Stati membri, le soluzioni proposte non affrontano il problema alla radice. Il risultato è un’Europa che continua a oscillare tra approcci frammentati, misure emergenziali e l’assenza di una vera strategia comune.

L’Unione Europea ha bisogno di un nuovo paradigma, e questo paradigma è “Integrazione o Reimmigrazione”. Solo stabilendo criteri oggettivi e uniformi per tutti i paesi membri e adottando procedure comuni e conformi per l’integrazione e la reimmigrazione, sarà possibile costruire un sistema migratorio sostenibile, equo ed efficace.

Perché le attuali misure europee non sono sufficienti

Le politiche europee si concentrano principalmente su due aspetti: il controllo delle frontiere e la gestione delle richieste d’asilo.

Tuttavia, non viene affrontata la questione fondamentale dell’integrazione.

Si continua a parlare di quote, redistribuzione e rimpatri, ma senza mai fissare criteri chiari e condivisi su cosa significhi realmente essere “integrati” in una società europea.

Questa mancanza di chiarezza ha creato un sistema inefficace, dove:

  • Ogni Stato membro decide autonomamente i criteri di integrazione, generando disparità di trattamento e incoerenza tra i vari paesi.
  • L’assenza di parametri oggettivi rende difficile valutare chi si sta realmente integrando e chi no.
  • Le procedure di rimpatrio spesso falliscono perché mancano strumenti giuridici chiari e uniformi.

Le misure discusse di recente non risolvono questi problemi strutturali. Continuano a concentrarsi sulle emergenze, senza una visione a lungo termine.

L’Europa deve smettere di rincorrere il problema e iniziare a gestirlo con regole comuni e criteri condivisi.

Il paradigma “Integrazione o Reimmigrazione” come soluzione strutturale

Il modello “Integrazione o Reimmigrazione” propone un sistema chiaro e bilanciato, che superi le contraddizioni attuali e dia finalmente all’Europa una strategia solida.

L’Unione Europea deve adottare criteri oggettivi e comuni per determinare l’integrazione. Questo significa che tutti gli Stati membri devono valutare i migranti sulla base di parametri concreti, come:

  • Lavoro: dimostrare un impiego regolare e un percorso di autosufficienza economica.
  • Lingua: acquisire una conoscenza minima della lingua del paese ospitante.
  • Rispetto delle regole: assenza di comportamenti criminali o antisociali, adesione ai valori democratici e rispetto delle norme civili.

Chi si impegna a seguire questo percorso deve essere riconosciuto come parte della società europea.

Chi invece rifiuta l’integrazione, non partecipa attivamente alla vita del paese ospitante o viola le regole, deve essere soggetto a una procedura uniforme di reimmigrazione, che garantisca un rientro ordinato nel paese d’origine.

Questa impostazione permetterebbe di creare un’Europa più coesa, evitando che ogni Stato interpreti la questione migratoria a proprio modo, generando squilibri e inefficienze nel sistema.

L’Unione Europea deve adottare la procedura complementare già in uso in Italia

Un elemento fondamentale del paradigma “Integrazione o Reimmigrazione” è la garanzia dell’impegno dello straniero nel percorso di integrazione.

Su questo punto, l’Unione Europea potrebbe adottare una misura già in uso in Italia: la procedura complementare che prevede la consegna del passaporto presso le questure.

Questa prassi ha un duplice valore:

  1. Dimostra l’impegno concreto dello straniero nel voler seguire un percorso di integrazione, accettando di essere monitorato nel suo percorso.
  2. Costituisce una garanzia per lo Stato ospitante, che può verificare più facilmente il rispetto dei criteri di integrazione.

Se estesa a livello europeo, questa misura garantirebbe maggiore controllo e trasparenza nei processi di regolarizzazione, evitando situazioni di clandestinità o mancanza di tracciabilità degli stranieri presenti sul territorio.

Conclusione: L’Unione Europea deve adottare il nuovo paradigma

L’Europa non può più permettersi di rimandare una riforma strutturale della sua politica migratoria. Le misure adottate finora non risolvono il problema alla radice e creano un sistema frammentato e inefficace.

L’unica strada percorribile è adottare “Integrazione o Reimmigrazione” come paradigma comune per tutti i paesi membri. Questo significa:

  • Stabilire criteri oggettivi e uniformi per valutare l’integrazione.
  • Creare procedure conformi in tutta l’Unione Europea per gestire la reimmigrazione.
  • Adottare la procedura complementare italiana, prevedendo la consegna del passaporto come garanzia dell’impegno dello straniero.

Solo con regole chiare, condivise e applicabili in tutti gli Stati membri, l’Unione Europea potrà finalmente gestire il fenomeno migratorio in modo efficace, sostenibile e rispettoso dei diritti di tutti.


Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista in materia di Migrazione e Asilo registrato presso il Registro per la Trasparenza dell’Unione Europea – ID: 280782895721-36

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