L’ERA DELLA MIGRAZIONE DI MASSA È FINITA

Cosa significa la National Security Strategy 2025 per l’Europa e per il paradigma “Integrazione o ReImmigrazione”

La pubblicazione della National Security Strategy degli Stati Uniti del novembre 2025 segna una svolta concettuale che va oltre l’ambito tradizionale della politica estera americana.

Per la prima volta, un documento strategico di Washington afferma in modo esplicito che l’era della migrazione di massa è conclusa e che, nel mondo contemporaneo, il tema migratorio non è più una mera questione di gestione amministrativa, ma assume natura di sicurezza nazionale e di protezione della civiltà.

Nella sezione dedicata alle priorità strategiche, il documento afferma con chiarezza: “The Era of Mass Migration Is Over – Who a country admits into its borders… will inevitably define the future of that nation.”

Non si tratta di un’affermazione episodica, ma di una presa d’atto—istituzionale, tecnica e geopolitica—che la mobilità incontrollata altera in profondità gli equilibri culturali, demografici ed economici degli Stati.

Gli Stati Uniti, pur con una storia migratoria radicalmente diversa da quella europea, riconoscono che un Paese non può restare sovrano se rinuncia al potere di determinare chi entra, in che numero e con quali presupposti.

Dinamiche analoghe, seppur più accentuate, sono osservabili nel contesto europeo: flussi irregolari che superano la capacità di assorbimento, sistemi di accoglienza sempre più fragili, modelli multiculturali che si sono rivelati incapaci di costruire coesione.

La Strategia americana non attribuisce a questi fenomeni un significato marginale, ma li qualifica come fattori di instabilità interna, capaci di erodere la sicurezza, la fiducia collettiva e il tessuto culturale delle società occidentali.

Particolarmente significativo è il passaggio dedicato all’Europa, nel quale il documento avverte che il continente sta affrontando non solo una crisi economica e istituzionale, ma una vera e propria minaccia di “civilizational erasure”, la cancellazione progressiva dei tratti identitari che hanno definito la storia europea.

La combinazione tra politiche migratorie prive di criteri, calo demografico e perdita di autostima culturale viene individuata come la matrice di un declino che rischia di diventare irreversibile. Gli Stati Uniti dichiarano apertamente di auspicare un’Europa “ancora europea”, capace di recuperare sovranità culturale, stabilità politica e capacità di autodeterminazione.

Questi elementi rafforzano la necessità di un paradigma di governo della migrazione fondato sull’integrazione come obbligo e non come opzione.

È il cuore del modello “Integrazione o ReImmigrazione”: un approccio che supera sia le retoriche della chiusura totale sia l’ingenua apertura indiscriminata, sostituendole con un sistema contrattuale, verificabile e orientato ai risultati.

L’integrazione non è una concessione, ma una responsabilità reciproca tra chi accoglie e chi viene accolto.

E quando l’integrazione non si realizza—per mancanza di volontà, radicamento o rispetto delle regole—lo Stato deve prevedere percorsi ordinati di ReImmigrazione, come strumento di tutela dell’interesse collettivo.

La NSS 2025, pur provenendo da un contesto politico differente, conferma due assi portanti della riflessione europea contemporanea.

Il primo è che l’immigrazione è un fenomeno strutturale che condiziona sicurezza, economia e identità: non gestirlo significa subirlo.

Il secondo è che l’Occidente, se vuole preservare sé stesso come spazio culturale coerente, deve tornare a distinguere tra accoglienza sostenibile e ingresso indiscriminato, valorizzando la responsabilità individuale e la selettività legata ai percorsi di integrazione.

Il dibattito europeo non potrà più ignorare queste evidenze.

La combinazione tra analisi statunitense e dinamiche interne dell’Unione porta a un’unica conclusione: la stagione dell’immigrazione senza criteri è terminata.

Si apre una nuova fase, nella quale identità, sicurezza e coesione tornano a essere assi portanti dell’azione pubblica.

Se l’Europa saprà adottare un paradigma come “Integrazione o ReImmigrazione”, potrà governare i flussi in modo ordinato e sostenibile. Se continuerà a rinviare, rischia di smarrire la propria continuità storica.

Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista iscritto al Registro per la Trasparenza dell’Unione Europea – ID 280782895721-36

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