Protezione Complementare e nuovo paradigma migratorio: tra ReImmigrazione e Remigrazione

La sentenza del Tribunale di Bologna (R.G. 612/2025 del 7 novembre 2025) offre una chiave di lettura utile per comprendere la funzione sistemica della protezione complementare nel diritto dell’immigrazione.

In particolare, essa dimostra come la protezione complementare rappresenti oggi il principale strumento di attuazione del principio di integrazione come criterio giuridico di stabilizzazione del soggiorno.

Nel caso esaminato, il giudice ha riconosciuto il diritto alla permanenza a una cittadina albanese che, insieme al proprio nucleo familiare, aveva dimostrato un radicamento concreto nel territorio: lavoro stabile, abitazione, figli iscritti a scuola, conoscenza della lingua italiana.

La decisione, conforme all’orientamento delle Sezioni Unite della Cassazione (n. 24413/2021), valorizza l’inserimento sociale e lavorativo come espressione della vita privata e familiare tutelata dall’art. 8 CEDU.

Questo approccio segna un punto di svolta.

La protezione complementare, infatti, non si limita a garantire una tutela residuale contro il rimpatrio, ma diventa uno spazio di valutazione della qualità dell’integrazione raggiunta.

In essa si sperimenta un modello di rapporto tra cittadino straniero e Stato che non si fonda più esclusivamente sulla logica economica della forza lavoro, ma su quella relazionale della partecipazione e della coesione sociale.

È in questo senso che la protezione complementare può essere considerata il laboratorio del paradigma Integrazione o ReImmigrazione.

Tale paradigma propone una revisione dell’intero approccio al fenomeno migratorio, spostando l’asse dall’utilità economica dello straniero alla verifica del suo effettivo inserimento nella società, inteso come adesione ai valori, alle regole e alle relazioni che strutturano la comunità nazionale.

Sotto questo profilo, esso si differenzia dalla teoria politica della remigrazione, la quale – pur affrontando anch’essa il tema del ritorno e della gestione dei flussi – non si pone l’obiettivo di ridefinire il paradigma di fondo dell’immigrazione in chiave integrativa.

L’idea di Integrazione o ReImmigrazione muove invece da una prospettiva giuridico-sociale che considera l’integrazione un elemento verificabile e misurabile, ponendo le basi per una disciplina che non si limita alla permanenza o al rientro, ma introduce un criterio strutturale di equilibrio tra diritti e doveri.

In tal modo, la protezione complementare si afferma come terreno di sperimentazione di un diritto dell’immigrazione rinnovato: un diritto che non si limita a gestire presenze, ma che misura la coerenza del percorso individuale rispetto ai principi della convivenza civile.

Avv. Fabio Loscerbo
Lobbista iscritto al Registro per la Trasparenza dell’Unione Europea (ID: 280782895721-36) – Materia: politiche dell’immigrazione e dell’asilo

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