🎙️ Titolo: Integrazione come responsabilità – dal Salone della Giustizia 2025 al paradigma ReImmigrazione

🎙️ Titolo: Integrazione come responsabilità – dal Salone della Giustizia 2025 al paradigma ReImmigrazione

Il 27 ottobre 2025, in occasione del Salone della Giustizia, il tabloid Giustizia, allegato al Corriere della Sera, ha pubblicato un articolo dedicato al mio lavoro e al paradigma “Integrazione o ReImmigrazione”.
Il Salone della Giustizia è uno degli eventi più importanti del panorama giuridico italiano: un appuntamento annuale che riunisce magistrati, avvocati, rappresentanti delle istituzioni, università e forze dell’ordine per confrontarsi sui temi centrali della giustizia, del diritto e delle riforme istituzionali.
Un luogo di dialogo e di riflessione dove il mondo giuridico incontra la società civile e il giornalismo, e dove si discutono le sfide del presente e del futuro.

In questo contesto, la pubblicazione del mio contributo rappresenta un riconoscimento importante per un percorso culturale e giuridico che da anni porto avanti: quello di una nuova visione dell’immigrazione fondata sulla responsabilità reciproca.

Nel modello che propongo, l’integrazione non è un concetto astratto, né un atto di semplice tolleranza. È un obbligo verificabile, costruito su tre pilastri essenziali: il lavoro, la lingua e il rispetto delle regole.
Solo attraverso questi elementi si può davvero parlare di appartenenza, di inclusione e di equilibrio sociale.

Il paradigma “Integrazione o ReImmigrazione” nasce dall’esperienza quotidiana nei Tribunali, nelle Questure e nelle Prefetture italiane, dove ogni giorno si misura la distanza tra norme e realtà.
L’obiettivo è restituire al diritto dell’immigrazione un senso di coerenza e di responsabilità, superando la logica emergenziale e le contrapposizioni ideologiche che da troppo tempo paralizzano il dibattito pubblico.

Integrazione significa assumersi un impegno: imparare la lingua del Paese in cui si vive, contribuire al suo sistema economico e rispettarne le regole.
ReImmigrazione, invece, non è una sanzione ma una conseguenza naturale per chi non condivide questo patto sociale.
È l’idea che lo Stato debba favorire il rientro di chi non riesce o non vuole integrarsi, garantendo sempre la dignità della persona ma anche la tutela dell’interesse collettivo.

Il Salone della Giustizia 2025 ha rappresentato un’occasione per riportare il tema dell’immigrazione all’interno del dibattito nazionale sulla giustizia e sulle politiche pubbliche.
La pubblicazione su Giustizia, allegato al Corriere della Sera, conferma che il paradigma “Integrazione o ReImmigrazione” non è più solo un’idea teorica, ma un punto di riferimento per chi crede in un equilibrio tra accoglienza, diritti e responsabilità.

Il futuro delle politiche migratorie dipenderà dalla capacità di rendere l’integrazione un processo reale, misurabile e condiviso.
Solo così potremo costruire una società capace di accogliere senza rinunciare alla propria identità.

Io sono l’Avvocato Fabio Loscerbo, e questo è Integrazione o ReImmigrazione.

Integration or ReImmigration as a Coherent Legal System Integration or ReImmigration: The Podcast

Integration or ReImmigration as a Coherent Legal System Welcome to a new episode of the podcast Integration or ReImmigration.I am Attorney Fabio Loscerbo. Throughout this series, we have analyzed immigration step by step: entry, lawful presence, integration, protection, enforcement, and return. What emerges is a simple but often ignored truth: integration and ReImmigration are not opposing policies. They are two possible outcomes of the same legal process. The mistake of contemporary debate is to treat integration as inherently good and return as inherently hostile. Law does not operate through moral oppositions. It operates through conditions and consequences. A functioning legal system does not choose between integration and return; it defines when each applies. Integration, in this framework, is a conditional process. It presupposes lawful entry, compliance with obligations, and compatibility with the legal order. When these conditions are met, stabilization becomes legitimate. ReImmigration, by contrast, is the lawful conclusion of that same process when those conditions are not met. What gives coherence to the system is conditionality. Entry opens a legal relationship. Lawful presence unfolds over time. Conduct is evaluated. Protection prevents unlawful removal. Decisions are enforced. Each phase follows logically from the previous one. Remove one element, and the system loses balance. This approach resolves the false conflict between rights and sovereignty. Fundamental rights remain protected, but permanence is never automatic. Sovereignty is exercised through law, not through exclusion or improvisation. A coherent system also creates predictability. Individuals know what is required. Authorities know when to act. Courts operate within clear parameters. Predictability reduces conflict and restores trust in institutions. By contrast, incoherent systems produce symbolic integration, unlimited protection, and traumatic enforcement. Integration becomes rhetoric, and return becomes a crisis event. No one benefits from this instability. Integration or ReImmigration offers a different model. It does not promise universal integration, nor does it advocate mass return. It promises governability. It treats immigration as a legal process with possible outcomes, not as an ideological battlefield. In the final episode, we will look beyond Europe. We will examine whether this paradigm can be applied to the United States and other Western democracies, and what institutional adjustments would be required. Thank you for listening.Questo episodio include contenuti generati dall’IA.
  1. Integration or ReImmigration as a Coherent Legal System
  2. Integration or ReImmigration as a Coherent Legal System
  3. State Capacity, Control, and the Survival of the Legal Order
  4. The Albania Case: Execution, Not Deterrence
  5. Instruments, Enforcement, and Immigration Policing: Without Execution, Law Dies

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