La vicenda accaduta a Rimini, riportata dal Corriere di Bologna, non è solo una storia di cronaca nera, ma un caso emblematico che mette in luce tutte le fragilità del modello attuale di convivenza.
Una ragazza di origine bangladese, cresciuta in Italia fin dall’età di sei anni, frequentante le scuole superiori, è stata costretta dai propri genitori ad accettare un matrimonio combinato in patria. Una scelta imposta con pressioni e maltrattamenti, che ha portato all’arresto dei genitori e alla messa in protezione della giovane.
Siamo di fronte a un reato gravissimo, previsto dall’articolo 558 bis del codice penale, che punisce con la reclusione da uno a cinque anni chiunque costringa una persona a contrarre matrimonio o unione civile. Ma soprattutto siamo davanti a un fallimento evidente del processo di integrazione: dopo quindici anni in Italia, questa famiglia non ha interiorizzato i principi fondamentali della nostra convivenza civile, a partire dalla libertà personale e dall’uguaglianza tra uomo e donna.
La domanda è inevitabile: cosa significa “vivere in Italia” se non si accetta il rispetto delle regole che fondano la nostra società? È proprio qui che entra in gioco il paradigma di integrazione o ReImmigrazione. L’Italia, come ogni democrazia europea, non può limitarsi a garantire diritti senza pretendere il rispetto di doveri: chi non si integra, chi rifiuta i valori costituzionali e continua a imporre pratiche tribali e violente, non può restare.
Il caso di Rimini ci dice che il tempo della neutralità è finito. Accogliere non significa chiudere gli occhi di fronte a tradizioni incompatibili con la libertà individuale. Accogliere significa chiedere a chi arriva e a chi vive in Italia un atto di responsabilità: rispettare la legge, rispettare le donne, rispettare la dignità di ogni persona.
Se questo non accade, l’unica strada è la ReImmigrazione. Perché la libertà delle nostre figlie, cresciute nelle scuole italiane, vale più di qualsiasi tradizione che odora di sopraffazione.
Avv. Fabio Loscerbo – Lobbista registrato UE (ID 280782895721-36)

Lascia un commento